La sfida del lucchese Simone Arrighi,
da commesso a affermato fotografo
  dal 14 al 30 Settembre 2021
Lucca
La sfida del lucchese Simone Arrighi,<br> da commesso a affermato fotografo

Lucca, la nostra città, a volte ci sta stretta e allora si cerca un'occupazione altrove, a condizione che sia gratificante e che rientri nei nostri obiettivi.
E' il caso di Simone Arrighi, lucchese, classe 1975, che inizia a lavorare come commesso in vari negozi della città. Ma non gli basta, ha voglia di qualcosa di più.
Com'è nata la passione per il cinema e, in particolare, per Asia Argento, della quale poi sei diventato grande amico?
Ho sempre avuto fin da piccolo la passione per la tv, il cinema, il mondo degli attori. Asia l'avevo vista su delle riviste e in alcuni film ed ero rimasto affascinato dalla sua personalità, bellezza e dal modo di recitare. Poi la contattai per proporle il fan club e da lì è partita anche l'amicizia.
E il tentativo di trasferirti definitivamente a Roma come fu, a cosa ambivi?
Avevo iniziato a studiare recitazione a Firenze e, finita la scuola, decisi di trasferirmi a Roma per provare. Mi avevano proposto una figurazione speciale e due mesi di lavoro nella celebre serie tv "BORIS 2" e da lì ho preso la spinta per trasferirmi. Volevo fare l'attore.
E poi?
Dopo aver fatto qualche parte in fiction, cinema e teatro mi sono avvicinato alla fotografia studiando nella scuola del fotografo Massimiliano Angeloni, sempre a Roma. Ero affascinato dalle foto degli attori e delle attrici che vedevo sulle riviste.
Mi sono perfezionato nel ritratto per attori ma toccando anche la moda, il nudo artistico e le foto di scena per cinema e teatro.
A ottobre dello scorso anno ho fatto la mia prima mostra fotografica a Capranica, vicino Viterbo, dal titolo "Il luogo dell'abbandono". Spero di poterla allestire anche in altre città (Lucca sarà la prima), appena passerà l'emergenza Covid.
Chi sono i soggetti dei servizi fotografici, solo modelle e modelli? <)b>
Anche attori, ma soprattutto persone comuni, che mi contattano per regalarsi un servizio fotografico utile per il loro lavoro o semplicemente per il loro piacere personale.
Può sembrare banale ma invece è fondamentale: come scegli le location per gli shooting?
Io scatto principalmente in esterna con luce naturale. Scelgo la location in base alla tipologia di foto e ai giochi di luce che cerco. Di solito prediligo case o edifici abbandonati, porticati, strade di città. Poi dipende anche dal cliente che mi chiede il servizio fotografico o dalle mie ispirazioni.
Cerchiamo di essere fiduciosi : non appena finirà questo "problema" che ci sta assillando tutti, qual è la prima cosa professionale che farai?
Vorrei viaggiare più spesso, riprendere la libertà rubata e girare un nuovo cortometraggio come regista a Lucca, e come ho già detto, riprendere la mostra fotografica per farla girare in Toscana.


Ed infatti Arrighi è in procinto di realizzare un cortometraggio dal titolo "La Giostra"dove si raccontano alcuni aspetti della malattia di Alzheimer che lui ha scritto e diretto e che verrà girato intorno alla metà di novembre 2021.
Simone conosce, purtroppo, la malattia piuttosto bene dal momento che sua madre ne soffre da 4 anni ormai.
Le riprese saranno fatte su Colognora, Lucca e Pescaglia e la storia tratta il rapporto di un figlio che si ritrova, dopo la morte del padre, a dover assistere la madre malata per qualche giorno, in attesa di portarla a vivere con sè e la sua fidanzata.
Lo scopo del regista è quello di trattare la malattia dal punto di vista del familiare che, molto spesso, è il principale assistente del malato.
Il figlio di questa storia si trova, suo malgrado, a comprendere le complesse e crudeli caratteristiche della malattia che ha colpito sua madre, una donna che che ha come suo unico ricordo un passato ormai lontano e confuso.
Il cast del "corto" è tuttora top secret ma riserva delle sorprese.
Il progetto, per il suo valore culturale, ha ottenuto il patrocinio del comune di lucca direttamente dal sindaco Alessandro Tambellini, dal consigliere delegato ai diritti Daniele Bianucci e dalla consigliera delegata alla sanità Cristina Petretti.

Alex Galli